10 dicembre 2007

Il viaggio

Mi hanno detto che sei partito, che non sanno se tornerai a farmi visita. Perché hai altro a cui pensare. No, non è che non pensi più a me, ma ora ti si apre davanti l'infinito. E quando hai davanti l'infinito, ti viene da correre, per vedere se davvero non ha fine questo infinito. Dunque, stai camminando per questa strada, alternando velocemente i passi come amavi fare con me, mio padre e mia madre, per le strade di una memorabile gita ad Assisi. O sul Ponte Vecchio di Firenze, sempre insieme a noi. Mi hanno detto che sei partito, c'è chi tenta di illudermi che sì, qualche speranzadi rivederti rimane. Che in fondo, anche se questo non accadesse, mi basterà chiudere gli occhi per rivederti. Io gli occhi li chiudo, e in effetti rivedo il tuo sorriso, carico di energia. Di quell'energia che permea in tutti i miei ricordi. Ma sai, è difficile riaprirli e abituarsi all'idea che, appunto, si tratta di ricordi. Mi hanno detto che sei partito, e ora in me si fa forte la convizione che sei partito veramente. Che non tornerai la Domenica pomeriggio per portarmi a pescare, con canne dozzinali fatte di rami e spaghi. Con le quali sapevamo benissimo che non avrebbe abboccato alcun pesce. Ma che importava: si stava insieme, andava benissimo così. Mi hanno detto che sei partito, e solo adesso, a pensarci bene, capisco che non tornerai. Mai più. E non hai idea di quanto male mi faccia quel "mai più". Mi conforta il fatto di averti accompagnato alla stazione, di essere rimasto con te fin a quando il capostazione ha fischiato la tua ora. Di averti stretto la mano quando ancora potevi vedermi, abbozzare perfino un sorriso, e averti detto "ti voglio bene". Perché lo so che lo sapevi che ti volevo bene, ma fa piacere sentirselo dire. E credo abbia fatto piacere anche a te.
Poi il capostazione ha fischiato. C'è chi lo chiama Dio, chi "Oscura Signora", resta il fatto che ho visto le porte chiudersi. Ti eri già appisolato sul tuo posto, come sempre facevi sdraiandoti sul freddo pavimento di marmo nelle caldissime estati che abbiamo trascorso assieme. Poi il treno è partito e in pochi secondi era già lontano. Tu con lui.
Mi hanno detto che sei partito, ma che non è così, perchè io sono fatto anche di te e di tutto quello che mi ha insegnato. Cazzo, quanto è vero, non ne hai idea. E scusami se ho detto "cazzo", mi avresti redarguito, lo so. Come so che il nostro è sempre stato un rapporto sincero, senza reverenze perchè tu eri lo zio e io il nipote. Perchè tu eri lo storico e io lo scrittore. Perchè tu eri un prete e io la pecorella smarrita che molti hanno visto in me (ri-scusa, ma le teste di cazzo c sono sempre). Eravamo Gigi e Ricky, più culo e camicia di quanto potesse sembrare. Eravamo? Siamo? Non lo so, non me la sento di dirti, in questo momento, che è tutto come prima. Perchè quel treno è distante, ma se fosse davvero un treno risponderesti al tuo telefonino mentre ti chiamo. Invece il telefonino è spento. E' dall'8 Dicembre che è spento e ormai ho perso la speranza che tu risponderai. Ho la sensazione, ma sono sincero è una sensazione, che tu mi stai osservando. Che ridi? Io piango come un disperato e tu ridi. Sento il tuo abbraccio, perfino tu che esclami "nipotastro che buona quella "cicoata" ". "Ma zio, era liquore al cioccolato quello!". "Ah sì! Buono lo stesso!". Ecco, mi piace ricordarti così, col sorriso comprensivo di chi ha già capito come andrà a finire. Sempre. E non come fanno i preti "normali", che ti sembrano distanti anni luce facendoti credere che Dio, Paradiso e Santi, si trovano in un'altra galassia. Tu Dio lo mettevi in mezzo alla gente. Eri un prete-operaio, uno che ha riunciato ai soldi della Curia per guadagnarseli lavorando come tutti. E dedicandoti come prete nei fine settimana, in quelle comunità che hai saputo creare da zero. E conquistare. Sempre. Sai? Credo che la Chiesa dovrebbe averli tutti così, i preti, ma non sono nessuno per prendere posizioni in merito. Perchè ora sono qui per salutarti. Non che non l'abbia fatto, ma non è mai abbastanza. Perché di solito il saluto è proporzionale all'entità del viaggio. E se quando sei partio per la Romania ti ho salutato con un abbraccio, e quando sei partito per il Brasile l'ho fatto con un abbraccio e un bacio; ora è giusto farlo in tutti i modi possibili, ma soprattutto con l'anima. Perchè il viaggio è stato lunghissimo, l'ultimo. Sai, non so davvero dove ti trovi ora,in quale luogo del tempo e dello spazio. Ma ti dico una cosa: di te ho sempre rispettato la grande intelligenza e mi conforta pensare che una simile intelligenza non possa essere stata sprecata dietro alla convinzione di un Dio che non esiste. Non eri il tipo da farti fregare un istante, figuriamoci una vita. E allora facciamo un patto sulla fiducia: Dio esiste, ma lasciami il tempo e il modo di capirlo di nuovo. Perché se è vero che Dio tutto può, poteva almeno lasciare mia madre e te in questa terra, per un po' di tempo in più. Non dico che me lo doveva, ma deve pur riconoscere il fatto che non gli ho mai rotto, con richieste assurde, bigotte, come quelle delle tribù primitive che chiedevano ai loro Dei la fecondità e la prosperità.
Non gli ho chiesto mai davvero nulla, nemmeno quando sul letto di un ospedale, mi dissero che mi rimanevano un paio di settimane di vita se le cose non miglioravano. Non gli ho chiesto nulla nemmeno allora. Mi sono rialzato con le mie gambe, sono tornato da solo alla vita. E ad aspettarmi, c'eri tu. Aspetta, non è che fossi tu, Dio?
Mi hanno detto che sei partito e che sì, tu eri Dio nella sua forma umana, in tutto quello che facevi e dicevi. Per me eri, sei e rimarrai semplicemente Gigi. Mio zio? Un prete? Uno storico? No, Gigi. Ti voglio bene, Gigi. Cazzo, non sai quanto. Ops, scusa.

5 Comments:

At 10/12/07 6:52 PM, Blogger Eva_Kant said...

:*

 
At 10/12/07 7:25 PM, Anonymous Anonimo said...

È dolcissimo questo post, l'ho sentito maledettamente vero, fermo, presente, toccante, profondo.. Mi spiace molto per la scomparsa di un uomo così, per il tuo lutto, per la mancanza futura di una compagnia di un amicone come pochi si incontrano nella vita... mi spiace veramente tanto.. non sto qua a dirti che esiste il paradiso, che un giorno lo rivedrai, ecc, lascio ad altri queste "verità" se così le vogliono chiamare.. certo è che le tombe le fanno per i vivi e non per i morti.. ma ti dico che hai avuto un bellissimo incontro con questo uomo, e da quello che ho letto, dall'intensità delle parole e soprattutto dalla semplicità sincera che trasuda dalle tue parole è stata una esperienza magnifica.. a me piace ricordare così chi non c'è più.. non nel dolore costante che può dare la tristezza del fatto che nn è più vicino.. ma con l'emozione viva di avventure e momenti passati insieme, con quella voglia di dire "è stato un onore, un vero, viscerale piacere".. il tempo giunge per tutti e si chiudono sipari, si spegne la luce e tutto tace.. ma lasciamelo dire, con fragore, che Gran Spettacolo deve essere stato Gigi.

 
At 10/12/07 10:29 PM, Blogger Riccardo said...

grazie di cuore Roxy, ma veramente tanto. Perchè hai capito esattamente cosa provo e cosa volevo dire.
E grazie anche a te, Eva! ;)

 
At 17/12/07 12:04 PM, Anonymous Anonimo said...

Ciao mitico,
dopo aver letto il tuo post, mi rendo conto di quanto io e te siamo simili. Abbiamo le stesse convinzioni su alcune inutilità della vita, sulle ipocrisie della gente, sulle false speranze che gli "stolti" ripongono in qualcosa di intangibile (mossi non per fede, ma per espiazione ai peccati che continuano a commettere), sulle istituzioni religiose e i curati che predicano bene e razzolano (citandoti) a CAZZO.
Il tuo post mi ha commosso, toccato nell'animo. Mi hai fatto vedere ciò che è raro trovare in questo mondo: l'amore vero, un'amiciza profonda e disinteressata, un mentore di vita e una guida dell'anima. Persone come tuo zio ce ne sono poche, sii orgoglioso di averlo avuto nella tua vita e tieni sempre a mente i suoi insegnamenti come uno schiaffo in faccia ogni volta che ti allontani da essi. Ricky, Gigi ti ha reso un uomo ricco, donandoti ciò che il denaro non potrà mai darti, per quanto tu possa lavorare. Piangilo a squarciagola e torna alla tua vita di sempre, ma non per non pensarci (saresti un testa di xxxx); ma con la piena consapevolezza che rispetto agli altri sei su un gradino più alto, poiché chi ti ha fatto crescere davvero alberga sempre nei tuoi pensieri e nel tuo cuore. Ti sono vicino da vero amico e col cuore in mano ti dico: Ricky... per questa tua ricchezza, io ti invidierò sempre!
:*

 
At 18/12/07 8:26 PM, Blogger Riccardo said...

Luca, proprio non mi aspettavoun tuo posto qui, e le tueparole mi hanno profondamente toccato. grazie grazie grazie miticissimo!
:)

 

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