30 agosto 2007

Moto perpetuo


Moto perpetuo - Alfred Gockel

Nell’attimo stesso in cui qualcuno sostiene di conoscermi bene, mi vien da ridere nervosamente.
Come può qualcuno pensare di conoscermi quando nessuno di noi si conosce davvero in tutte le sue sfaccettature e personalità multiple?
Può asserire di conoscere una delle facce che mi compongono. Questo si. Sarebbe più corretto ed oggettivo.
Ognuno di noi non può che farsi un’idea soggettiva dell’altro. Ma affezionarsi a questa idea non può che portare all’inevitabile delusione. Prima o poi capiterà di intravvedere qualche barlume di una o delle altre personalità. E quando accade, solitamente, i più pensano che la persona conosciuta si stia in qualche modo ingannando. Oppure che sia affetta da un qualche malessere che la porta a compiere atti non catalogabili fra quelli che abbiamo stabilito che quella persona possa compiere per sua personalità.
La persona è più verosimilmente paragonabile ad un prisma. La sua straordinarietà sta proprio in questo. Ma qui entra in gioco la solita annosa questione della difficoltà comune di accettare istintivamente qualcosa che ci è sconosciuto. La solita atavica paura dell’ignoto, insomma. La consueta trappola in cui goffamente cadono anche i più avvezzi alla ricerca e all’introspezione.
Siamo così abituati ad incasellare le cose, per una maggiore facilità di controllo e gestione (ed in alcuni casi di mero ordine), che lo facciamo con le persone. Non riusciamo a sentirle del tutto vicine se cominciano a spostarsi di casella. Ma una persona vicina, non lo è comunque a prescindere dalla casella in cui sceglie di collocarsi? E anche qualora quella casella non fosse quella che avremmo scelto per loro, siamo davvero sicuri che sia quella sbagliata? Non merita, ogni singolo individuo, di scoprire da sé in quale casella star comodo?
Il moto perpetuo lascia sempre un pò scettici. Come si fa a contenere in una mente, che non riusciamo nemmeno in tutta una vita a conoscere a fondo, l’idea di qualcosa che non ha una fine? Provate a pensare all’universo: è come se la mente si sforzasse per poi fermarsi, sconfitta di fronte a qualcosa che non sembra mai del tutto decifrabile. Ipotizzando che la vita di una mente non si limiti al ciclo vitale, non è forse paragonabile il suo moto perpetuo di evoluzione ad un’idea simile a quella del concetto d’infinito? Voglio dire, ciò che in alcuni casi ci sembra in prima analisi involuzione, non potrebbe essere una delle tante forme di evoluzione?


6 Comments:

At 3/9/07 11:40 AM, Anonymous Anonimo said...

... non ti conosco ed ogni giorno vorrei non conoscerti ancora meglio.

 
At 4/9/07 11:55 AM, Blogger Eva_Kant said...

:) :*

 
At 12/9/07 11:18 AM, Blogger IrenuLa said...

Noi non ci conosciamo.
Lei di la', io di qua.

 
At 12/9/07 11:20 AM, Blogger Eva_Kant said...

:...D
conosco un giochetto molto carino.. riguarda la moglie del ministro ;)

 
At 12/9/07 11:21 AM, Blogger IrenuLa said...

..e facci vedere questo ministero!!

 
At 13/9/07 4:37 PM, Blogger Eva_Kant said...

(_|_)

 

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