06 novembre 2006

ComaBianco


***Consigli per la lettura di questo post:

Per stuzzicare orecchie e spirito: Washer dal cd Spiderland degli Slint (che puoi ascoltare nella nostra radio.blog)

Per le papille gustative: Marsh Mallows




Oggi vi parlerò di una parte del mio mondo-a-parte.
Si tratta della stanza del ComaBianco.
E’ tutto bianco qui dentro. Vedi alcuni oggetti. Ti sembrano familiari, ma appena socchiudi gli occhi per metterli meglio a fuoco, ti accorgi che c’è qualcosa di strano. C’è poco ed è distorto. Nonsense.

Analisi.

In questa fase della mia vita tendo a cadere spesso nella trappola della relatività.
Ogni concetto che, nella mia mente ha una sua logica ed un suo senso compiuto, tende a diventare relativo in una fase subito successiva, soggetto a domande tipo:
“Ma in un altro contesto sarebbe stata la stessa cosa?” o “Ma questa cosa letta da quest’altra angolazione non potrebbe avere un significato esattamente opposto a questo?”.
Capite che così diventa tutto un casino! Faccio una fatica enorme a rimanere concentrata.
In alcuni momenti, poi, tenere a mente le sensazioni è cosa quasi impossibile.
La pericolosità di questa trappola fa sì che il meccanismo tenda a svuotare di significato ogni cosa, scaraventandola subdolamente in una nebulosa molto simile ad un limbo in cui nulla accade veramente.

ComaBianco.

Ecco. Mi ero impantanata nel limbo di cui sopra e avevo perso, ancora una volta, la focalizzazione del problema.
Perché la trappola stessa annienta il problema e lo rende relativo.
Non mi sono fatta di nessuna droga. Lo giuro!
Dite che è più grave? Mi sa di si.. ma non tergiversiamo.

Spiraglio.

Immagino che in questa fase ci finiscano più o meno tutti prima o poi e non so fino a che punto il mio sfasamento ormonale mensile stia contribuendo adesso. Solo in parte, considerando che la cosa si verifica anche lontano da tali eventi.
Probabilmente molti di questi periodi passano in sordina perché si fa finta di nulla. Ma capita quella volta, come per me adesso, che decidi di prestarvi attenzione e.. tac! Sei fregato! Ci sei dentro.

E’ lì che Alice si trova a passare dal Paese delle Meraviglie ad un giro a tempo indeterminato nella Casa degli Orrori.

E’ la nebbia.
Metti i fari lunghi e peggiori la situazione.
Potrei mettere le quattro frecce e fermarmi a lato della strada.
Ma per quanto pigra, la totale inattività del cervello mi ammorba.
Così, spesso, confusa dal fastidioso obnubilamento della prospettiva e della memoria, tendo a dare colpi di acceleratore con la cieca speranza di diradare il velo lattiginoso che mi avvolge.
O forse sono solo banali colpi di coda dettati dalla paura istintiva, quasi animalesca, della perdita di controllo di ciò che prima era perfettamente chiaro e di mia padronanza.
O magari, ancora, umanissima paura del nulla.
Ad ogni modo, il danno vero si presenta quando qualcuno si trova sul percorso che faccio a velocità sconsiderata e senza seguire una linea retta.

Cura.

Basterebbe procedere con circospezione.
In fondo è solo un pò di nebbia. Una stupida nuvola bassa. Vuoi che non finisca?

Basterebbe che non ci fosse nessuno per strada.

5 Comments:

At 7/11/06 3:03 AM, Anonymous Anonimo said...

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molto bene!
Michael
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At 7/11/06 2:49 PM, Anonymous Anonimo said...

... ahahahahahaha, io ci sguazzo ai bordi del nulla, se metti le quattro frecce magari, dal nulla, ti busso al finestrino.

 
At 7/11/06 4:18 PM, Blogger Eva_Kant said...

ed io ti apro :)

 
At 8/11/06 3:08 PM, Anonymous Anonimo said...

... nel senso che mi squarci in due o che altro?

 
At 8/11/06 4:08 PM, Blogger Eva_Kant said...

la prima che hai detto.
come una cozza per l'esattezza >:.)

 

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